Sono, come spesso mi capita
in fase estremamente riflessiva...
prima di tutto
ieri passeggiando dopo il lavoro
mi sono resa conto che sto vivendo in fase di perenne attesa...
proprio come finiva quel libro
come quando da bambino lanci la palla in alto
e sei li ad aspettare che scenda
solo che
la palla è gia scesa da un pezzo
e io sembro non volerlo capire.
E credo nessuno di noi, in fondo, se ne sia accorto.
Siamo sempre tutti in attesa di qualcosa
che però non arriva mai
e nel frattempo però di cose ne arrivano altre mille
che ci facciamo scappare
si si lo so
non sono per niente originale
ma sono cose che ogni tanto è bene ricordare
a se stessi prima di tutto.
Poi, seconda riflessione
in questi giorni mi sono rimbalzate indietro due cose, concetti
da me detti/scritti a due diverse persone
anni fa
me le hanno ridette
cose che avevo completamente dimenticato
e mi ha stupito enormemente vedere come
nella mia pseudo "diversità"
io sia incredibilmente "uguale", nel senso di coerente, almeno a me stessa.
Non voglio scriverle io quelle cose, perché appartengono ormai alle persone a cui le ho dette, e solo loro possono decidere cosa farne,
però
davvero
sono sempre stata fuori, ma sempre nello stesso punto del balcone.
E questo mi fa davvero piacere.
Ciò che invece non mi fa per niente piacere
è che lo stesso tipo di "coerenza" mi appartiene anche su cose
in cui sarebbe meglio potessi invece essere notevolmente più incoerente.
Poi fondamentalmente oggi mi sono svegliata col piede storto.
E mi girano un pò le palle perchè ogni tanto mi piacerebbe che nella mia vita ci fosse un pò, giusto un briciolo, di stabilità.
Invece continuo a vivere nell'incertezza, traballando su ogni piano della mia vita...
l'unica consolazione è il pensiero di quella psicologa
la cui intervista fu montata subito dopo la mia
nel documentario sui precari
che diceva che non avere la certezza contrattuale
e quindi la sicurezza di una casa
ne di potersi prendere qualunque altro impegno
aveva creato una generazione di sballati
che i genitori accusavano
tacciandoli di non voler crescere
proprio come i miei
di genitori
però però
provateci voi
a pensare a farvi una famiglia
una casa
provateci voi
a vivere "normalmente"
quando non sapete mai se il prossimo mese potrete pagare
non dico mica il mutuo
(tanto chi vuoi che te lo conceda un mutuo)
ma nemmeno le lezioni di pittura....
....fateli voi i sani in queste condizioni!!!
Questo per dire insomma che la colpa non è mia, ma del precariato in se.
Ecco
....
Si si
oggi mi sono proprio svegliata col piede storto.
La precaria saluta
meglio che torni a farfalle e folletti....
M'
p.s. non sono ancrora riuscita a ripristinare l'anteprima dei post, quindi per ora ve li beccate in versione completa sulla homepage. In pausa-pranzo cercherò di risolvere.
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