lunedì 16 aprile 2012

La vittoria non ha medaglie

Ho fatto meta
oggi ho fatto meta.
Sembra una piccola cosa, ma per chi gioca da anni al centro, abituata a prendere botte senza nemmeno poterci sperare di fare quella corsa, è una felicità che è davvero difficile da descrivere.
Non c'ero mai riuscita fin'ora.
Eppure in area di meta ci sono stata così tante volte...però il mio ruolo era placcare l'altra squadra, così che le mie compagne potessero schiacciare quella palla.
Ne ho fatte tante di mete, facendo bene quello che dovevo, ma mai, ancora, ero stata io a schiacciarla quella palla.

Oggi ho fatto meta
l'ho schiacciata io
e ho deciso di raccontarvi il perchè.
Ci ho messo un pò prima di decidermi a scrivere, perchè volevo evitare banalità.
Troppo facile dire "il frutto di tanti sacrifici"
Sarebbe una bella spiegazione, ma al tempo stesso una bugia.
Perché sacrifici per il rugby è vero che ne ho fatti tanti
ma ad essere onesta, in questo periodo mi sono limitata a divertirmi.

Eppure qualcosa di diverso c'è.
Sapete cosa?
La voglia!
Era la mia testa ad essere diversa oggi: volevo, fortissimamente volevo, arrivare a meta!
Era l'ultima partita di campionato, l'ultima di due anni
probabilmente anche l'ultima in assoluto, visto che sono più vicina ai 40 che ai trenta, e ho tanti problemi di salute tutt'altro che banali.

Il fatto è che lo volevo, fortissimamente, fino al midollo
così tanto che ieri notte mi sono addormentata immaginandola quella meta
e stamattina mi sono svegliata con la convinzione che oggi ce l'avrei fatta.

"Se credi che qualcosa sia vero, lo sarà nelle sue conseguenze"
E' la prima cosa che ti insegnano quanto inizi la facoltà che ho fatto io.

Dio mio quanto è vero.

Ho fatto meta...e ancora non mi sembra vero!

E non è stata meta servita, solo riguardando le foto mi sono accorta che ne avevo ben 5 a 10 cm che mi rincorrevano. E mi hanno anche preso.
Ma non potevano fermarmi,
perchè non erano le gambe a spingermi,
ma la voglia, il desiderio, la convinzione, che io ci sarei finalmente arrivata
in quel rettangolino di prato infangato.

E ci sono arrivata
e l'ho schiacciata così forte, quella palla
che mi sono rotta una mano.
Ma pensate che mi importi qualcosa?

E' tutto il giorno che mi guardo questa mano gonfia, rotta, e ogni volta che la vedo rivivo la felicità di quel momento.
E' questo è il rugby.

Ti rompi una mano e non lo senti nemmeno il dolore, perchè ne vai fiero.
E non per te, ma perchè pensi alla tua squadra.
E si, perchè la vera felicità non è stata il mio arrivare a schiacciare la palla, ma il calore delle mie compagne che, subito dopo, mi sono salite addosso, tutte, dalla prima all'ultima.
Ma non per la meta, che tanto stavamo già vincendo, mete ne avevano già fatte altre. La mia non cambiava niente.
No, la loro felicità era solo per me, perchè dopo anni che giochiamo e ci alleniamo insieme, quello che c'è nel mio cuore è nel loro.
A tutte loro ho servito, almeno una volta, una palla che è diventata meta. Ognuna di loro è arrivata in quel rettangolo sentendo la mia voce alle spalle a sostenerle, sapendo che ero li, pronta a spappolarmi contro chiunque cercasse di fermarle. E tutte, dalla prima all'ultima, sapevano quanto mi sarebbe piaciuto, un giorno, essere io quella che correva, e sentire la loro voce a sostenermi.
E così è stato.

Ulravano mentre correvo, tutte, da quelle in campo fino alla panchina: Vai Vale, corriiiiii, corriii!
E io ho corso, più veloce che potevo.

Ho fatto meta, e nel secondo esatto in cui l'arbitro ha fischiato la meta mi sono salite tutte addosso, abbracciandomi, accarazzandomi, ridendo e piangendo piangendo di felicità con me, per me.


Oggi ho segnato un insignificante punto in una partita che era gia vinta.
E le altre le abbiamo perse tutte, eppure la mia squadra ha passato una giornata di pura gioia, come se lo avessimo vinto, quel campionato.

E lo sapete cosa vi dico?
Noi lo abbiamo vinto davvero
perchè se 10 ragazze si svegliano la mattina alle 6, affrontano quasi due ore di viaggio, giocano sotto la pioggia e con il maestrale che ti ghiaccia il sudore sulla schiena,
perdono due partite su tre, ne escono quasi tutte zoppicanti o comunque ferite
e nonostante ciò,
sono le più felici del campionato
solo perchè una di loro è riuscita a realizzare un sogno
beh...
non esiste una medaglia 

o una classifica 

più preziosa di questa.

Questa è, semplicemente, "La" vittoria...

semplicemente 





Rugby.


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