mercoledì 28 ottobre 2009

Se c'è una cosa che è immorale....

....è la banalità.



stasera parlo con parole d'altri. Le mie le ho messe nel ripostiglio, perchè erano troppo impazzite e si abbuffavano l'un l'altra


Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(P. Neruda)

3 commenti:

  1. …ma muore, non so quanto lentamente, e uccide anche chi gli vuol bene…

    …chi cambia continuamente abitudini e percorsi, impedendo ai propri vicini, ai propri amici, ai propri cari, di trovare la chiave giusta per comunicare e capire.

    Muore e uccide…chi si lascia travolgere dalla grandezza della passione di un istante, perdendo di vista la banalità del piccolo amore di ogni giorno; chi eleva l’esplosione di emozioni a legge naturale, tralasciando le schegge impazzite che provocano visibili dolori e invisibili danni collaterali.

    Muore e uccide…chi è sempre pronto a capovolgere il tavolo senza cercare prima di girarci intorno, per guardare negli occhi chi la ha reso infelice, per vedere se in quegli occhi si trova il proprio riflesso; chi viaggia, viaggia. Viaggia e non si ferma mai; chi ha letto tanti libri e quindi conosce la vita, ma non ha mai raccolto un frutto da un albero e non ne conosce il sapore.

    Muore e uccide…chi passa la vita facendosi aiutare, facendosi negare, facendosi accettare…credendo che tutto ciò che è e tutto ciò che ha in mano sia il risultato di un colpo di fortuna o del lavoro qualcun altro, sempre e comunque migliore di lui.

    Muore e uccide…chi inizia ogni giorno un nuovo progetto; chi riempie il mondo di domande e non se ne fa nessuna; chi ha sempre una risposta a tutto, anche quando non gli era richiesta una risposta ma solo di ascoltare la domanda.

    A volte muore, non so quanto lentamente, e certamente uccide chi gli vuol bene…chi insegue il Sogno con tale determinazione e caparbietà da realizzarlo e, una volta realizzato, finalmente si guarda intorno, accorgendosi di essere rimasto solo.

    Perché non sempre chi ci vuol bene ha la nostra stessa forza, caparbietà, pazienza.

    Un abbraccio Old Wayfarer
    (Perdonami Pablo)

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  2. Ciao Cara
    scusami se nel nascondere il resto del blog avevo dovuto togliere anche questo tuo commento che invece mi era piaciuto moltissimo.
    Sono daccordo su quello che dici. In ogni cosa ci vuole equilibrio, altrimenti il rischio di sbagliare diventa una realtà dolorosa per chi ci è accanto, ma alla fine anche per noi stessi.

    a presto

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  3. non è di Neruda, è di Martha Madeiros e si chiama "ode alla vita".

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