lunedì 24 maggio 2010

La leggenda de la furia e la tristezza

In un regno incantato dove gli uomini transitano all'infinito senza rendersene conto....
In un regno magico, dove le cose intangibili diventano concrete....

C'era una volta....

uno stagno meraviglioso.

Era una laguna di acque cristalline e pure, in cui nuotavano pesci di tutti i colori possibili e dove tutte le tonalità del verde si riflettevano continuamente...

A quello stagno magico e trasparente si avvicinarono in buona compagnia la tristezza e la furia per fare il bagno.

Entrambe si tolsero gli abiti e nude entrarono nello stagno.

La furia frettolosa (com'è sempre la furia, velocissima - senza sapere il perchè - si tuffò rapidamente e ancora più rapidamente uscì dall'acqua...
Ma la furia è cieca, o comunque non distingue chiaramente la realtà.
Così, nuda, frettolosa, uscendo dallo stagno si infilò i primi vestiti che trovò.

E successe che quei vestiti non erano i suoi, ma quelli della tristezza.
Ma lei non se ne accorse, e così, vestita da tristezza, la furia se ne andò.

Con grande calma, sempre disponibile a rimanere nel luogo in cui si trova a lungo, la tristezza si fece il bagno, e senza fretta (o meglio, senza nemmeno la consapevolezza del passare del tempo), con lenta pigrizia, riemerse dallo stagno.

Sulla riva si accorse che i suoi vestiti non c'erano più.



Come sappiamo tutti, se c'è qualcosa che non piace alla tristezza è mettersi a nudo, così indossò gli unici abiti che c'erano vicino allo stagno, gli abiti della furia.

Si narra che da allora ci capita sovente di incontrare la furia, cieca, crudele, terribile e iraconda, ma se ci prendiamo il tempo di osservarla bene, scopriamo che la furia che vediamo è soltanto una maschera, e dietro la maschera della furia, in realtà, si cela la tristezza.

- Jorge Bucay

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