lunedì 10 maggio 2010

La sindrome da depressione domenicale

Domenica...
...ho capito che è arrivato il momento di spiegarla la mia sindrome da depressione domenicale. E'semplice: 7 mesi fa ho lasciato la mia casa, la mia città, o almeno l'unica che sento tale, la capitale, per venire a vivere in una piccola cittadina sarda.
La causa: il lavoro

o meglio un lavoro che mi desse STABILITA'

Si perchè il lavoro ce l'avevo anche prima, e onestamente guadagnavo anche il doppio. Però con forme contrattuali "fantasiose"
Il contratto creativo lo chiamavo.Ogni mese ne inventavano una nuova, e non sapevo mai quando avrei lavorato.

Quindi eccomi qui, in un posto che ancora a sette mesi di distanza mi è abbastanza ostile, sola come non pensavo si potesse mai essere.
Non che non abbia conosciuto nessuno, anzi persone anche davvero belle (alcune)
Ma sette mesi non fanno una casa, e quello che ho scoperto con questa scelta è una dimensione di solitudine che certe volte è davvero terrificante.

non capivo cosa volesse dire PRIMA

Quali volte? Ovvio, la domenica. L'unico giorno della settimana in cui mi fermo.
E' perloppiù insopportabile.
A maggior ragione per una persona come me che socializza anche coi tombini e ha sempre avuto casa trafficata da amici (tanto da arrivare a maltrattarne qualcuno pur di avere due minuti di solitudine per pisciare)

Ed ecco, la legge del taglione l'ho messa in atto da sola.
Da qui la mia sindrome della domenica.

Però...però
posso dire che questa è andata meglio.Molto meglio.

Direi che devo ringraziare la squadra di rugby di questa cittadina. In fondo passare una domenica sull'erba in mezzo a 20 maschi muscoluti ha il suo perchè.

soprattutto quando passano la giornata a farsi gavettoni...

No dai non è vero...grazie a te, che ogni tanto passi nella mia vita e riesci a restituirmi il ricordo del sorriso.

E' brutto portare il lutto di un sorriso che ho perso così violentemente.

Kiss kiss

p.s. Oggi mi ha chiamato mia madre per dirmi che mi devo incazzare, che ne ho bisogno e starò meglio dopo.
Come sempre ha ragione.

7 commenti:

  1. Anch'io ho passato una domenica abbastanza devastante da quel punto di visto. Mi sono trasferita anch'io da pochi mesi ad Antwerpen, che è una città splendida e frizzante, ma anch'io abituata a mille traslochi in mille posti dove ho avuto sempre case piccole e piene di gente, a stare in un posto ancora alieno con una casa immensa... Fa strano, insomma. Ma oggi è ritornato il sole dopo 5 gg di grigio piatto. Soprattutto, casa è per me dall'altra parte del mondo. Bombay. Dove mai si spengono i sorrisi, e le lacrime sono solo acqua. Nient'altro.

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  2. Caspita se ne hai fatti di chilometri...
    Mi farebbe piacere sapere come sei finita nel freddo Belgio. Se ti va trovi la mia email in alto a sinistra ;)

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  3. almeno hai trovato un "te" a cui dire grazie, non è cosa da poco. magari ti innamori e passa tutto! ;)

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  4. inizio a pensare che la soluzione per vivere sereni sia proprio il NON innamorarsi...
    ..non toglie il piacere di aver accanto un "te" da ringraziare...anzi...

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  5. mmmmm.... vuoi dire che l'amore è la tomba della vita?

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  6. no..non è questo che intendevo.
    Inizio solo a pensare che il gioco non valga la candela...

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