tanti mesi fa, stava ancora finendo l'inverno, una sera sono andata a noleggiare un film e restituirne un altro.
Entrambe non a mio nome.
Sembrava una cosa di poco conto.
Invece non fu così.
Non ho mai raccontato a nessuno cosa successe quella sera, e ne lo racconterò adesso, però è una di quelle cose che mi segnano e di cui non mi riesco mai più a liberare. Mi rimangono incollate addosso come fossero presente perenne.
Quando mi succede, però, sono quasi sempre cose piacevoli.
Questa non la era, e quella sensazione sgradevole mi è rimasta addosso per mesi, ogni volta che ci passavo davanti.
Raccontarlo sarebbe come renderla immortale.
Non ho più voluto rimettere piede in quel posto per un sacco di tempo.
Poi, con la fine dell'estate, si è ripresentata l'occasione.
Passi a prendere un film?
Mmmmmmmmmmmmmmmm
Non sia mai che io non risalga sul cavallo, e quindi eccomi, frustino alla mano, andiamo ad affrontare e smontare questo ridicolo trauma.
E così ieri eccomi, pronta ad organizzarmi la visione di tre film nell'arco settimana, spavalda con la mia bella tesserina, a dare l'ennesima spolverata ad un passato che si fa sempre più impolverato.
E gia che c'ero, ho pensato che potevo invece trasformare quello sgradevole ricordo in una buona abitudine.
Quando andavo all'università affittavo talmente tanti film che ad un certo punto avevo esaurito tutto il guardabile della piccola videoteca sotto casa.
L'orecchiocchio si chiamava, in piazza Mancini....ho ancora tutte le tesserine timbrate conservate da qualche parte...
E poi ho pensato anche che potevo fare delle recensioni qui di quei film, che mi han sempre detto che come lo recensisco io un film non lo fa nessuno.... (chissà poi se era un complimento)
E insomma, tutto questo panegirico, per arrivare ai film che ho preso questa settimana:
1. Tutta la vita davanti
2. Almost Blue
3. Darwin Award
E visto che già avevo affrontato abbastanza traumi emotivi per una sera, una volta a casa ho deciso di partire dal primo, ovvero quello che mi aspettavo essere il più leggero e "sciocchino" dei tre.
E infatti il film era esattamente come me l'aspettavo...
...solo che
ho iniziato a piangere verso il 35esimo minuto,
e ho smesso solo a titoli di coda passati.
Del film ve ne parlo bene dopo, in generale l'argomento è il precariato e il mondo contro cui si scontra chi esce dall'università negli ultimi anni.
Niente di nuovo sotto il sole insomma...
però io ho perso il senno nel vederlo.
E vi pare che non ho passato il giorno a capire come mai?
Beh, l'analisi ovviamente è stata lunga, e come sempre ricca di riflessioni
di cui ovviamente oltre i tre quarti di semplice fuffa e molteplici salti mortali con tripla avvitatura...
ma
giusto perché vi voglio bene
salterò alla conclusione:
se un film come quello mi fa piangere
significa che avevo un gran bisogno di piangere
e
se arrivo ad aver tutto quel bisogno di piagere
significa che ho toccato il mio fondo
quindi
ora non resta che rialzarmi.
M'
Nessun commento:
Posta un commento