E ora è giunto il momento di raccontare qualcosa di più delle ricette di avanzi. E' giunto il momento di fare un pl di conti. Sono la mio terzo giorno di lavoro nelle poste. Al mio 70esimo giorno di amenorrea, al mio 732esimo giorno da precaria, al mio decimo anno di povertà, al mio 31esimo anno di scomoda presenza in questo mondo.
Partiamo dall'inizio: terzo giorno di lavoro alle poste. Anzi ancora prima, vi racconto il secondo, cioè il primo in un ufficio postale (prima avevo fatto il corso, ricordate? non siate distratti per favore)
L'entrata è stata bellissima. Prendo l'ascensore, una specie di montacarichi in un magazzino, e mentre si aprono le porte una musica brasiliana mi invade. Mentre sono ancora frstornata dalla musica inizio a mettere a fuoco la scena davanti ai miei occhi: una serie infinita di scrivanie su sui sono montate delle grosse librerie a microcellette, si chiamano casellari, scoprirò. Davanti ad ognuna di queste microscrivanie c'è na persona che inserisce alacremennte buste e riviste al ritmo di samba. La musica è forte, alta, ma la vita che mi si presenta di fronte lo è di più. Esco dall'ascensore e mi guardo intorno frastornata. In un angolo vedo una scrivania senza casellari, penso che sia del capo, e non mi sbaglio. Mi avvicino con timore reverenziale, come mi hanno insegnato a fare davanti ai capi, e mi presento. Ho 15 minuti di ritardo....rispetto al corso miglioro, ma insomma, sono agitata. Non riesco a capire perchè non arrivo mai puntuale. E' come se per riuscire a fare tutto quello che voglio e faccio mi fosse necessaria una giornata con il doppio del tempo. Badate bene che io a oziare sul divano non ci sto mai, ritardo solo perchè prima ho fatto altre mille cose. In questo caso particolare le mille altre cose comprendevano alzarsi alle 5.45 del mattino essendo andata a letto alle 2, per fare mille cose la sera ovviamente, oltre ad aver dato da mangiare ai gatti, aver pulito la lettiera,aver mandato un paio di attacchi sul mio gioco preferito (www.travian.it), aver buttato l'immondizia e aver comprato il giornale da leggere durante i semafori rossi. Tutte queste cose hanno accumulato 15 minuti sul mio programma. Come sempre il ritardo mi agita, perchè concettualmente lo reputo terribile, una mancanza di rispetto per chi ti aspetta, eppure, non so come, sono cmq sempre in ritardo.
Mi avvicino al capo con questo terribile senso di colpa, e lo vedo sorridermi in cambio. Mi fa gesto di seguirlo, e nel giro di due minuti sto inserendo lettere nel casellario. Naturalmente sono lenta, chi li conosce tutti quegli indirizzi e quei civici, ma soprattutto chi se ne è mai preoccupato di conoscerli. Cerco di essere più veloce, ma in mezzo a 50 indirizzi è difficile beccare subito quello giusto. Mi agito ancora di più, sono troppo lenta, ma ecco l'ennesima sorpresa, il capo, invece di dirmi di darmi una mossa, mi viene ad aiutare, col sorriso, sempre ballando la samba che inneggia a volume da discoteca nella sala degli alveari...pardon, casellari. Penso al mio primo giorno dalle altre parti, mai arrivata in ritardo il primo giorno in altri lavori, mai trovato un'allegra balera con 50 ballerini, mai avuto un capo che invece di cazziarti ti aiuta per insegnarti più velocemente.
Ok, poste italiane io vi amo!!!!
E siamo solo ai primi 5 minuti.
Al mio ritardo nemmeno un accenno.
Finito di incasellare vengo affidata ad una ragazza, Caterina, tanto bella nei lineamenti quanto sgraziata per il modo di fare. Anzi, non sgraziata, diciamo "mascolina". Cate mi porta al motorino, seguirò lei oggi, per imparare.
Caterina porta il motorino tenendo un piede fuori dalla base, sempre raso terra, col ginocchio disteso. Caterina parla in un modo spontaneo, facendo un pò la voce grossa, da maschiaccio. Eppure ha un viso dolce e i lineamenti raffinati. Il corpo non lo vedo, perchè ha addosso la divisa ufficiale da postino (io grazie a dio ho solo un sopraggiacca, che è orribile, ma cmq copre solo il 15% del mio corpo, il resto lo ho scelto io)
Caterina ha qualcosa di terribilmente ruvido che il primo giorno mi mette un pò a disagio, ma allo stesso tempo leggo nei suoi occhi e nelle sue parole un animo bello, onesto, puro. Ah aggiungo che ha 28 anni, è romana de roma, porta i capelli corti e non si trucca ( ma a quell'ora nemmeno io, ma chi ce la fa a truccarsi alle 5:45 del mattino? la pelle ti sputa se provi a coprirla con qualcosa, sta ancora in piena rigenerazione notturna).
Il lavoro di quando esco col motorino non ve lo spiego, ancora, perchè lo devo ancora capire bene io. L'ultima cosa che vi dico però è che alla fine del primo giorno mi è stato dato un cartellino da timbrare, entrata e uscita.
Stamattina, terzo giorno, mi sono svegliata con questo incubo, cioè dover timbrare il cartellino. Io in vita mia l'unica cosa che ho timbrato erano le mie mani col timbrino a forma di puffi con l'inchiostro simpatico, e nn ho mai guardato il minuto esatto in cui entravo in ufficio.Quessta cosa mi angosciava. Cosa sarebe successo se avessi timbrato dopo?
Stamattina, terzo giorno, mi sono svegliata di soprassalto. Non ho pulito la lettiera ne ho comprato il giornale. Però mentre andavo, nel rincretinimento delle 6:30 ho sbagliato strada. Arrivata nei pressi del mio nuovo impiego sono uscita dalla macchina di scatto, e ho iniziato a camminare, veloce, sempre più veloce. Mentre camminavo verso la macchinetta ho iniziato a tirare fuori il cartellino, ed è stato li che mi è venuto in mente fantozzi. Ve lo ricordate il primo tragico fantozzi? Il povero disgraziato ha fatto tardi, la colpa è sua, ma allo stesso tempo non lo è. Entra nell'androne e inizia a correre. MAnca solo un minuto allo scatto. Non si dice cosa succederà se non timbrerà in tempo, ma si capisce che sarà grave- Fantozzi corre mentre i suoi colleghi, di lato come in una corsa ciclistica lo incitano a correre più veloce, che ce la farà, vincerà. Mi pare che alla fine fantozzi ce la faccia ad arrivare in tempo, ma io no. L'ingresso è per le 7.30. Io ho parcheggiato alle 7.28, solo che io non sono fantozzi, anche se certe volte gli somiglio, e non ho corso, ho camminato veloce, ma non ho corso., e quando sono arrivata a timbrare erano le 7.34. Arrivata su, temendo il cazziatone per questi ennesimi 4 minuti di ritardo (sono cmq andata migliorando)trovo il capo sinceramente sorridente come sempre.Non mi dice niente ma questa volta parlo io: capo, ho timbrato alle 7.34, ora che succede?
NIente, dice lui, va bene fino alle 7.35.
Tiro un respiro di sollievo ma poi mi, e gli, chiedo: e se arribo alle 7.36? che succede?
Che devi restare qui mezz'ora di più.
tutto qui? chiedo io
si
e tu non ti arrabbi?
mi guarda come se avessi appena bestemmiato di fronte al papa.
e non risponde nemmeno. Ride, e si allontana,
Ma insomma, dove sono le flagellazioni upubbliche in sala mensa che ho ricevuto per molto meno in passato? Dov'è iltuo muso messoo quello di Caterina, che ho aiutato 5 minuuti di meno?
Il capo si allontana sempre più e Cate viene a darmi un bacietto di saluto. Mida il buon giorno e si rimette a lavorare.
Io sono letteralmente pazza di voi. Non riesco a credere che dovevo fare la postina pe avere un pò di dignità umana. E la domanda sorge spontanea: ma io
ma che cazzo ho studiato a fare????
p.s. le foto le ho fatte e sono bellissime, ma le posto domani che ora sono sfinita e tra tre ore mi devo svegliare :)
Eretico
-
“Vi auguro di essere eretici.
Eresia viene dal greco e vuol dire scelta.
Eretico è la persona che sceglie e,
in questo senso è colui che più della verit...
5 anni fa
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