venerdì 23 ottobre 2009

guardaroba emozionale



Lo so che come canzone è un pò scontata, ma a me ha sempre toccato il cuore.
Mi sembra giusto aggiornare questo blog, soprattutto dopo la scia di commenti al mio ultimo post lamentoso.

Anzi veramente credo che l'ultimo commento che ho ricevuto, di Old wayfarer, valga di essere messo in prima pagina:


La situazione lavorativa in Italia è sempre stata disastrosa. La necessità di emigrare fa parte oramai del nostro DNA. E' dalla fine dell'800 che lasciamo le nostre case, i nostri amici e i nostri amori a caccia di un lavoro che, lontano spesso da quello dei nostri sogni, può diventare quello della nostra vita.

E, con l’eccezione degli amanti dell’avventura, non è mai stata una scelta facile (per le donne, poi, non ne parliamo).
Né per chi va, né per chi resta.

Il rischio è che persone che si vogliono bene si allontanino affettivamente, oltre che fisicamente (e parlo per esperienza). I legami fra esseri umani non seguono le leggi biologiche del “tutto o nulla” ma quelle fisiche della continua trasformazione.
Lo strappo di chi parte e la frustrazione di chi resta (che magari non ha condiviso o non è stato partecipe della scelta) non sono colpe per nessuno. Per questo ci si può incontrare su terreni diversi da quelli usuali…



io non avrei trovato parole migliori per dirlo, magari anche perchè la sto ancora attraversando quella fase, e non ho la razionalità di metterla nero su bianco.

Quello che sto passando in questi giorni è una tempesta emozionale. In realtà nel quotidiano sorrido e sono abbastanza serena. In fondo la qualità della mia vita è notevolmente migliorata. Non avrei fatto questo grande passo se non fosse stato per questo.
Mentre scrivo ho come sottofondo le onde, stasera il mare è in tempesta, e gia questo per me è una ricchezza che non avrei mai pensato di avere.
Però dentro qualcosa brucia. Brucia quello che ho lasciato, e bruciano le conseguenze di ciò che ho invece trovato.

Fino a non moltissimo tempo fa non sapevo nemmeno in che regione si trovava oristano, e ora mi ci ritrovo a vivere.

E' facile? Assolutamente no.
Nella casa in cui sono ci sono troppi problemi, così sto per trasferirmi, e affrontare il secondo trasloco in meno di un mese.
E questo lo devo fare da sola.
Nel primo Daniele era con me.

Ora invece sono proprio sola, e nel prendere le mie scelte sto commettendo un sacco di errori. Ma ci sono, credo, anche scelte giuste.
Se devo fare un bilancio, sinceramente nel complesso è positivo, certo però a che prezzo?!

Oggi è arrivato mio padre, uomo di 62 anni con un'anca non funzionante, che per la figlia ha affrontato una notte in poltrona di un traghetto, e oggi come conseguenza zoppicava. L'ho lasciato solo tutto il giorno, perchè io dovevo lavorare.
Gli avevo lasciato le chiavi sotto lo zerbino.
Quando a fine giornata sono rientrata e l'ho trovato a casa mi veniva da piangere per quanto ero felice.
Mi ha abbracciato per più di 20 minuti. Siamo rimasti così, abbracciati...perchè lui sa.

Mi ha portato a mangiare fuori, e poi coccolata per tutta la sera. Mio padre ha fatto quello che sto facendo io prima di me. Prima di me è partito da solo per lavoro, per il bene di tutti, per il bene mio. Così quando ci siamo visti non ho dovuto spiegare nulla. Lui sapeva, e l'unica cosa che ha fatto è stato abbracciarmi a lungo, finchè il freddo che avevo nel cuore, che ho creato per poter fare tutto ciò, non è passato, e mi sono finalmente sentita al sicuro.

Ma ragazzi, io magari piango, frigno e faccio i capricci su questo blog, ma non lo faccio perchè abbia chissà quale dolore nel cuore. io sono convinta della mia scelta. SOno convinta che il lavoro sia parte fondante di una persona, e se dovevo passare dalla grande capitale ad una minuscola cittadina di un'isola per trovarlo, bej sono convinta di aver fatto la scelta giusta. Io frigno in questo blog solo perchè in questo modo riesco a lasciare le frigne qui, e procedere col sorriso.
Metto qui quello che mi angoscia e ce lo lascio.
Insomma una specie di guardaroba dei dolori. Come quando entri in un locale stupendo in pieno inverno, e te lo vorresti godere, ma hai giacca e borsa che ti impediscono di ballare. La cosa più logica è cercare il guardaroba e lasciarceli.
Ecco cosa è questo blog per me, il guardaroba delle emozioni scomode. Le scrivo qui, e le deposito, in modo da poter affrontare tutto il resto a testa alta, e il mio sorriso a 80 denti.
Cavolo quanto rumore, quando dolore, per trovare un pò di pace...
....e dire che io, VOLEVO SOLO LAVORARE!!!