venerdì 20 febbraio 2009

Traversate

Eccoci...

finalmente riesco a scrivere ciò che volevo. Per leggere questo post vi chiedo di prendervi del tempo. Del tempo tutto per voi per fare un viaggio insieme a me. Chiudetevi in una stanza e preparatevi con cuffie o casse stereo, e seguite alla lettera ogni mia indicazione. Non vi chiedo di farlo per me, vi chiedo di farlo per voi stessi. Questa vita ci tortura,

in ogni respiro, in ogni battito di ciclia, anche quando ci sembra di essere felici, in fondo c'è sempre, nascosco ma angosciosamente viva, la consapevolezza di quel qualcosa che non va, e probabilmente non andrà mai, continuando a ferirci meschinamente, o alcune volte urlando dritto nei nostri occhi...

ecco, quello che vi dico adesso, citando il film che ha ispirato questo post, è
Hai cinque minuti per crogiolarti nelle deliziose voluttà della sofferenza, goditela, abbracciala....

...ora abbandonala e procedi:

Questo post avrà anche una colonna sonora, ti indicherò esattamente ogni passo. Per prima cosa apri un'altra pagina e incolla questo link:

http://www.youtube.com/watch?v=2CGH4RY1i6U

è la prima canzone....

...è l'inizio del viaggio

Il viaggio inizia nel centro di Roma, sul lungotevere flaminio, in una mattina di febbraio. Tu sei una persona che nella vita ha sempre pensato "fatica, impegnati, e avrai ciò che vuoi". Per questo hai studiato e ti sei laureato, hai fatto la gavetta e tutto ciò che serviva, eppure non ha funzionato. Vuoi un pò di sfortuna, vuoi picchi di presunzione, vuoi la crisi, fatto sta che quella mattina di febbraio, alle 8.30, tu sei sul lungotevere con una divisa da postino, e non stai pensando al perchè e percome ti trovi proprio in quel momento in cui la tua mente non aveva mai nemmeno immaginato di trovarsi. Ci sei e basta, e al perchè non ci vuoi proprio pensare.

Le dita ti fanno male perchè sono congelate, mentre pensi a quanto è bella Roma, e allo stesso tempo cerchi su un citofono il nome per la prossima raccomandata. Ad un certo punto davanti a te vedi un capannello di gente. Che strano, sono fermi proprio in mezzo alla strada...chissà, ti chiedi, che cosa sarà successo...

...Visto che al citofono non risponde nessuno, e tu sei ancora in fase semi comatosa da sonno, decidi di prendere una piccola pausa e ti accendi una sigaretta.



Mentre fumi, seduto sul sellino del "postascooter", loro rimangono li, continuando a parlare, e la curiosità cresce. Ma immaginare storie bizzarre sulla causa di quel capannello è più bello che scoprire la verità...l'immaginazione è sempre più divertente della realtà, e così non chiedi niente, non ti informi, ma resti li...

...inizi a fantasticare: forse... sono vecchi compagni di scuola romagnoli, così felici e meravigliati di incontrarsi proprio in quell'angolo di strada romana, da non accorgersi nemmeno di essere in mezzo alla strada....o forse, dietro all'angolo, dove tu non vedi, è appena successo qualcosa di incredibile...forse alieni, streghe, o un politico che ha rispettato un semaforo rosso...insomma, qualcosa di strabiliante...

Alla fantasia si mischia la realtà, e pensi agli altri due lavori che dovrai fare oggi quando avrai finito di fare la postina, e così decidi di suonare nuovamente a quel citofono, è l'ora di darsi una mossa. Questa volta rispondono. Ti armi di registro e raccomandata ed entri: "quinto piano", così ti dice la voce al citofono. Una volta entrato prendi l'ascensore, ed entri con la tua solita aria fantozziana dentro all'ufficio.

...beh, magari aria fantozziana è troppo, magari nessuno ci si potrà immedesimare, ma è proprio perfetto per derscrivere me nei panni di postina. Ogni volta che arrivo a far firmare qualcuno mi ritrovo in imbarazzanti goffaggini. Mi cadono le ricevute, la penna non scrive, sbatto in ogni angolo possibile, e anche su parti tondeggianti riesco a farmi male...non sono proprio portata per i lavori manuali....fantozziana per me è un complimento...

....tornando a noi, riesci a farti firmare questa benedetta raccomandata, e finalmente il civico 9 è concluso, sotto al prossimo. Ma appena esci dalla porta dell'ufficio vedi, da una vetrata, una cosa di cui prima non ti eri accorto: un angolo di vita nell'ultimo posto in cui te lo saresti aspettato



...ti soffremi sulle piante, sui colli romani che si vedono all'orizzonte, e tutto sembra così bello. Ma mentre ti godi la sensazione di meraviglia, ti accorgi che forse tutta questa meraviglia non esiste, e sei solo tu che la stai cercando a tutti i costi, in ogni angolo, solo per renderti più accettabile un lavoro che proprio non vorresti fare....

Ma il pensiero triste è solo un attimo. Quel film lo hai visto proprio la sera prima e ti ripeti quella frase:

Hai cinque minuti per crogiolarti nelle deliziose voluttà della sofferenza, goditela, abbracciala...

...ora abbandonala... e procedi.

e tu PROCEDI!

Chiami l'ascensore, giù cinque piani, e di nuovo in strada. Il prossimo civico, l'11. Scendendo ti accorgi che la piccola comitiva è ancora li, ma adesso non hai più tempo di fantasticare, e vai avanti. PROCEDI!!

e tu procedi.

Finisci il tuo giro, e torni a casa. Li ti aspettano quest'oggi 40 articoli di giornale da analizzare e due ore di ripetizioni di latino alla tua pupilla.

Mentre stai spiegando, arrampicandoti sugli specchi, perchè il latino dovrebbe essere utile nella vita, lo stridolio delle unghie sugli specchi viene interrotto da una telefonata. Dall'altro capo del telefono una persona che non senti da più di due anni. E' Giulia. Ti chiede se vuoi ricominciare a fare il tuo lavoro, la sociologa. Si tratta di un lavoro di soli 6 giorni, ma è pagato più di quanto allora ti davano per un mese. Non ci devi pensare. Sei LA PRECARIA. Nel tuo conto ci sono rimasti circa 10 euro e, fino al prossimo stipendio, vivi con il cash delle ripetizioni. Il si è immediato.

Devi andare a fare il briefing in ufficio. Finisci le ripetizioni e, battendo anche flash gordon, sei in ufficio in un baleno.

E' inutile che vi racconti il briefing, saltiamo qualche altra ora, per arrivare al momento in cui torni a casa, sulla ValeMobile, Tangenziale Est, Roma, Italia, Mondo. Sono le 18.02. Sei sveglio dalle 6 di questa mattina. Hai iniziato a lavorare alle 7.30, e ti mancano ancora i 40 articoli, ma sei felice, e ti perdi nell'ennesima meraviglia di Roma....



GLi alberi sono esattamente quelli che scorgevi questa mattina dalla terrazza segreta. Il colle è lo stesso, solo che adesso lo vedi esattamente dal punto opposto. Se stamattina guardavi quel colle alle spalle, ora lo guardi in faccia. E non è solo il colle, è la vita che ha appena cambiato prospettiva. Raccomandate o non raccomandate, si ricomincia a fare quello per cui ti sei tanto impegnato, darai il meglio, e sarai felice di farlo. Così come la foto di quel colle la mia vita mi ha mostrato i due lati opposti, positivo e negativo...alba e tramonto di una città che non permette mai a nessuno di annoiarsi, tramonto e alba di una vita che cambia continuamente punto d'osservazione...

E così si cambia anche pagina, e colonna sonora. La prossima canzone è la trovate a questo link:

http://www.youtube.com/watch?v=0YCgEmneoro

Mi ci è voluta una vita per trovarne una versione decente, il gruppo suonava secoli orsono ed escono poco addirittura su google. Se volete saperne di piùtrovate qualcosa, in inglese, qui: http://en.wikipedia.org/wiki/The_Hombres

E ora fate partire la nostra traccia, (o ripartire da capo se siete stati frettolosi), mettete il video a incona e procediamo con il nostro viaggio...

Il viaggio comincia a termini, martedì mattina, ore 6.30. Hai preso un taxi. In genere parli con i tassisti, ma alle sei del mattino non saresti in grado di parlare nemmeno con Gesù in persona sceso apposta per te. Hai dormito tutto il tragitto e ana volta arrivato alla stazione Termini, ti incanti davanti a questa scritta:


TRASFORMIAMO IL SOSPETTO IN CURIOSITA'....Questa secondo me è una frase che merita almeno mezz'ora di riflessione, o almeno, la meriterebbe in condizioni normali....ma quella mattina, con la testa piegata di lato impegnata in un continuo crollo di narcolessia, l'unica cosa che riesco a concepire è di fare una foto, così che possa meditare più avanti. Naturalmente non ho ancora avuto il tempo di farlo...e per questo lo delego a te che stai leggendo. Leggi bene quella frase e pensa, pensa. Ti resta ancora un bel pò di canzone per farlo...pensa ai pregiudizi, e a come potremmo traformarli. I pregiudizi, mi hanno insegnato, sono un meccanismo normale della nostra mente, che per elaborare l'incredibile molteplicità di imput esterni ha bisogno di stabilire delle regole. In pratica sono una possibile soluzione alla debolezza dell'uomo di fronte a quello stridio di cui parlavo all'inzio del post. Naturali, ma elaborandoli magari,

...magari trasformandoli in curiosità, potremmo trasformarli da debolezza a forza. Che ne dici? Ancora circa un minuto di canzone, pensaci, e poi preparati per procedere.



Adesso sono veramente molto stanca, le ultime due settimane sono state veramente difficili da affrontare, ma ce l'ho fatta, a quanto pare. Continueremo il viaggio in un post nuovo. Spero che intanto ti siano piaciute le prime due tappe.

Ti antcipo il tema della prossima tappa:

http://www.youtube.com/watch?v=ii5PuPbnbrs&feature=PlayList&p=65B0C7C6FC994E40&playnext=1&index=13

Se vuo ascoltala, guardando le prossime foto, fantasticando su come questa storia potrebbe essere. Fallo tu il viaggio, i attesa che ricominci il racconto, e nel frattempo ricorda:

Hai cinque minuti per crogiolarti nelle deliziose voluttà della sofferenza, goditela, abbracciala...

...ora abbandonala... e procedi.









Ed eccoci qui....la seconda tappa la scrivo a due settimane di distanza...

la tua colonna sonora per questo nuovo viaggio la trovi qui:

http://www.youtube.com/watch?v=Qx9br5ISRpo

facciamo passare qualche secondo per gli applausi, e poi via, naso tappato e tuffo di testa.

Come sai siamo in viaggio da prima dell'alba, ma ogni volta che vedo un posto nuovo tutte le sensazioni negative, come la stanchezza, semplicemente scompaiono. La voglia di conoscere è più forte.

Fa veramente freddo.

Sono partita da Roma col cappottino leggero, e il luogo di approdo è foligno.

Per Foligno niente di speciale da dire...tranne che fa freddo, il cappottino non basta, e le scarpe sono troppo leggere. Ma non importa, sono felice. Felice di aver ricominciato a fare il lavoro che mi piace, quello per cui ho studiato tanto, quello per cui ho gettato tanto sudore.....




Foligno è così...carina, ma senza particolari emozioni. Eppure, quella felicità la devo immortalare. E queste foto non significano molto per quello che riprendono....non è il palazzo che volevo immortalare, ma il mio stato d'animo in quel momento. Mi dispiace solo che non riuscirò mai a trasferirvelo....come si fa a trasformare in poche parole l'emozione di aver ritrovato dopo anni di lotte e piccole e grandi umiliazioni il proprio posto del mondo? E come si fa a descrivere la strana felicità di averlo, pur sapendo che può risparire da un giorno all'altro?

Io ho provato a fermarlo con queste foto, scattate dal cellulare, ma non essendo io fotografa dubito di esser riuscita a dire quel che volevo....

....beh, questa comunque è Milano vista dalla mia stanza di albergo una mattina di febbraio del 2009. Ero gia stata in quella stessa stanza una mattina del 2007, poco prima di licenziarmi pensado di poter trovare di meglio. E' curioso come la vita si prenda gioco di noi in contunuazione. Questa stessa vista la avevo avuta con il cuore in gola, troppo stanca per apprezzare qualunque cosa, troppo presa dal bisogno di vivere altro...vivere meglio... e ora mi ritrovo li, tutto uguale, ma tutto così diverso...





Le foto che seguono sono un vezzo, una curiosità, un semplice viaggio. QUesti due palazzi si trovano l'uno di fronte all'altro....

e su questa foto devo rimandare nuovamente la scrittura....non sento dentro di me lo stato d'animo necessario a commentarle come meritano...mi sta succedendo qualcosa di veramente strano in questi giornil, che guida le mie emozioni fuori dai binari delle deliziose voluttà della sofferenza in cui normalmente vivo. Che dirvi..mi sento stregata...come tutto il resto, purtroppo, anche questo passerà...

domenica 15 febbraio 2009

Metafisica dell'etica professionale

E ora torniamo all'altro lavoro, quello di facciata, cioè la postina: quell che vi voglio raccontare è un piccolo pisodio che secondo me ha tanta poesia in se. Qualche giorno fa mi è capirtata in mano una grossa e pesante busta mentre smastavo i resi. I resi sono quelle lettere che, per una ragione o l'altra, non riescono ad arrivare al destinatario. Questa in particale aveva l'indirizzo sbagliato. Era indirizzata alla moviemax, produzioni cinematografiche, ma l'indirizzo era sbagliato, quindi era tornata indietro.

Nel prenderla leggo sulla busta "contiente scenaggiatura (inrealtà la parola era u'altra ma a quest'ora della notte nn mi viene, se mi viene domani la correggo). Ho capito subito che si trattava di uno scrittore Asconosciuto che tentava di fare successo. Insomma, uno esperto non avvrebbe sbagliato l'indirizzo. Da sognatrice scrittrice ho tenuto quella busta in mano per qualche minuto. Da prassi avrei dovuto girarla al macero, visto che il mittente non aveva specificato che avrebbe pagato il bollo per farla tornare al mittente, e ill destinatario non esisteva a quell'indirizzo. Però, però mi dispiaceva così tanto per quello scrittore in erba, mi sono immedesimata in lui, ke così dopo poco ero li che cercavo l'indirizzo esatto.

Così alla fine ho trovato l'indirizzo e lo ho cambiato sulla busta. Poi l'ho personalmente messa nella casella postale giusta. Sono o non sono una romanticona fatalista?

Ho segnato su un foglio il nome e cvognome del mittente, che appena potrà pubblicherà sul sito, e ora aspetto solo che diventi famoso, per andargli a raccontare di come, senza di me, il suo lavoro sarebbe allegramente finito al macero.....

....chissà se mi crederà mai, ma soprattuto, pensate se era un pippa nella scruttura e mi sono sbattuta tanto inutilmente, allora si che dovrei iterrogarmi sul destino , ma soprattutto sulla mia assurda mania di appassionarmi a qualunque tipo o di lavoro, inscluso l'ultiimo che avrei mai immaginato, cioè la postina,

Qui vi lascio

notte notte stelline mie

giovedì 12 febbraio 2009

Compensazioni psico-emozionali

6 ore a casa in 5 giorni. 4 ore di media di sonno a notte. 15 ore di lavoro di media al giorno.

Da quando ho aperto questo blog sembra che sia partita la legge del taglione: ah! vuoi lavorare? eccoti servita! Ovviamente non posso rifiutare. Chi lo sa se ci sarà anche il mese prossimo. Meglio accumulare e fare più soldini possibile questo mese.

Però...mi mancano tanto le mie gatte, Nina e Topi....si lo so non si può chiamare "topo" un gatto, ma me le hanno date che avevano gia i nomi, e mi sembrava uninutile violenza cambiarli. Mi mancano i miei riti mattutini, il mio balcone, le mie piante...mi manca il pc, e travian, e il telefilm serale.

Tristemente ci sono altre cose (...) che invece non mi mancano per niente, anzi. Come si affrontano questi cambiamenrti? Come si affronta il giorno in cui non ti manca più e anzi ti senti sollevata?

Non lo so, ma temo che lo scoprirò presto. Daltronde lo ho sempre saputo. E' un pò come fumare...so benissimo che mi fa male, ma continuo a farlo, consapevole del fatto che arriverà il giorno in cui mi dovrò separare da questo stimolante autolesionismo...se non ne morirò prima. So che mi uccide, ma so anche che un giorno me ne schiferò, così, senza ragione, solo succederà, e ne farò a meno con soddisfazione e supplizio. Un pò come se correre il rischio di suicidarmi creasse la gioia di essere ancora viva. Un pò come se lavorare troppo creasse, e giustificasse, la piacevole calma che si vive quando il lavoro non c'è. Un pò come se soffrire per amore rendesse bella la consapevolezza di essere sempre e comunque soli, capovolgendo il significato di solitudine.

Lo so cosa state pensando: io devo tornare in terapia....se non lo pensate voi lo sto pensando comunque io :)

Ora vado a dormire, che domani ho la sveglia alle 5. In pratica mi restano tre ore di sonno.....ma in fondo....restare svegli oltremodo per avere meno paura del giorno in cui inizieremo a dormire, senza mai più smettere...

Domani sera credo che avrò il tempo di scrivere qualcosa di più sensato di questo mezzo delirio notturno. Ho ancora tanti temi interessanti da toccare. E visto che il tempo scarseggia, ma le idee sono mille, rinnovo l'appello ad aiutarmi. Chiunque voglia scrivere su questo blog me lo dica!!!

Notte notte stelline mie.

domenica 8 febbraio 2009

I segreti del centro di Roma

Incredibile, è la terza volta che riscrivo questo post, e infatti ora lo sto scrivendo su word, perché se perdo tutto un’altra volta mi viene un esaurimento nervoso. La prima volta avevo scritto tante cose nel dettaglio, facendo anche un po’ la splendida. La seconda volta mi sono limitata a fare la spiritosa. Ora, terza volta che tento di scrivere le stesse cose, mi sa che vi tocca una palla terribile…
…no daiiiiiiiii, scherzooooooooooo

O quasi…ci provo a scriverla bene.
Quello che volevo raccontare è che ho iniziato ad andare da sola, nelle vie che vanno da piazzale della Marina a piazzale flaminio. Insomma, il cuore di Roma. E infatti sto finendo a casa dei più noti nomi dello scenario italiano e non solo. Ma la cosa che raccontavo non è sui vip, che poco mi interessano sinceramente, bensì su una cosa strana che ho scoperto: nel pieno centro romano esiste una stradina nascosta, parzialmente sterrata, che non risulta come strada al comune, ma solo come unico civico. In questa strana strada ci sono una serie di baraccacce con tantissime cassette della posta. Su ognuna di queste cassette moltissimi nomi di aziende, che, come mi ha detto un abitante di quella bizzarra realtà parallela, sono tutte ditte fantasma, o domicili fasulli. L’ho scoperto per caso, tentando di portare una raccomandata ad un destinatario in quella via ovviamente inesistente.
Mi sono segnata tutti i nomi. Nei prossimi giorni indagherò. Chissà che non scopra qualcosa interessante...
Ne avrei un altro milione di cose da scrivere, ma veramente mi è passata la voglia. L’unica cosa che posso fare a questo punto è un’anticipazione sugli argomenti che affronterò nei prossimi giorni:
- Lavoro: Ingegneri allo sbaraglio
- Racconti:Forse ho reso un precario sceneggiatore
- Ricette: Polenta e spuntature
- Reportage: i recapiti fantasma
- News: Nuovi scrittori che partecipano al blog (presentazione)
- Reportage: Il centro di Roma visto da una sociologa postina (fotografie)
Chiudo con un appello: ho visto che inizio ad avere qualche contatto: per favore scrivete, partecipate. Questo blog l’ho aperto pensando ad una cosa collettiva, che possa essere d’aiuto, quando per il lavoro, o la cucina, quando solo per farsi due risate. Quindi partecipate, scrivete scrivete scrivete…per cominciare può andare bene anche un semplice ciao
Ciao ciao

giovedì 5 febbraio 2009

Medea apprendista postina

E ora è giunto il momento di raccontare qualcosa di più delle ricette di avanzi. E' giunto il momento di fare un pl di conti. Sono la mio terzo giorno di lavoro nelle poste. Al mio 70esimo giorno di amenorrea, al mio 732esimo giorno da precaria, al mio decimo anno di povertà, al mio 31esimo anno di scomoda presenza in questo mondo.

Partiamo dall'inizio: terzo giorno di lavoro alle poste. Anzi ancora prima, vi racconto il secondo, cioè il primo in un ufficio postale (prima avevo fatto il corso, ricordate? non siate distratti per favore)

L'entrata è stata bellissima. Prendo l'ascensore, una specie di montacarichi in un magazzino, e mentre si aprono le porte una musica brasiliana mi invade. Mentre sono ancora frstornata dalla musica inizio a mettere a fuoco la scena davanti ai miei occhi: una serie infinita di scrivanie su sui sono montate delle grosse librerie a microcellette, si chiamano casellari, scoprirò. Davanti ad ognuna di queste microscrivanie c'è na persona che inserisce alacremennte buste e riviste al ritmo di samba. La musica è forte, alta, ma la vita che mi si presenta di fronte lo è di più. Esco dall'ascensore e mi guardo intorno frastornata. In un angolo vedo una scrivania senza casellari, penso che sia del capo, e non mi sbaglio. Mi avvicino con timore reverenziale, come mi hanno insegnato a fare davanti ai capi, e mi presento. Ho 15 minuti di ritardo....rispetto al corso miglioro, ma insomma, sono agitata. Non riesco a capire perchè non arrivo mai puntuale. E' come se per riuscire a fare tutto quello che voglio e faccio mi fosse necessaria una giornata con il doppio del tempo. Badate bene che io a oziare sul divano non ci sto mai, ritardo solo perchè prima ho fatto altre mille cose. In questo caso particolare le mille altre cose comprendevano alzarsi alle 5.45 del mattino essendo andata a letto alle 2, per fare mille cose la sera ovviamente, oltre ad aver dato da mangiare ai gatti, aver pulito la lettiera,aver mandato un paio di attacchi sul mio gioco preferito (www.travian.it), aver buttato l'immondizia e aver comprato il giornale da leggere durante i semafori rossi. Tutte queste cose hanno accumulato 15 minuti sul mio programma. Come sempre il ritardo mi agita, perchè concettualmente lo reputo terribile, una mancanza di rispetto per chi ti aspetta, eppure, non so come, sono cmq sempre in ritardo.

Mi avvicino al capo con questo terribile senso di colpa, e lo vedo sorridermi in cambio. Mi fa gesto di seguirlo, e nel giro di due minuti sto inserendo lettere nel casellario. Naturalmente sono lenta, chi li conosce tutti quegli indirizzi e quei civici, ma soprattutto chi se ne è mai preoccupato di conoscerli. Cerco di essere più veloce, ma in mezzo a 50 indirizzi è difficile beccare subito quello giusto. Mi agito ancora di più, sono troppo lenta, ma ecco l'ennesima sorpresa, il capo, invece di dirmi di darmi una mossa, mi viene ad aiutare, col sorriso, sempre ballando la samba che inneggia a volume da discoteca nella sala degli alveari...pardon, casellari. Penso al mio primo giorno dalle altre parti, mai arrivata in ritardo il primo giorno in altri lavori, mai trovato un'allegra balera con 50 ballerini, mai avuto un capo che invece di cazziarti ti aiuta per insegnarti più velocemente.

Ok, poste italiane io vi amo!!!!

E siamo solo ai primi 5 minuti.

Al mio ritardo nemmeno un accenno.

Finito di incasellare vengo affidata ad una ragazza, Caterina, tanto bella nei lineamenti quanto sgraziata per il modo di fare. Anzi, non sgraziata, diciamo "mascolina". Cate mi porta al motorino, seguirò lei oggi, per imparare.

Caterina porta il motorino tenendo un piede fuori dalla base, sempre raso terra, col ginocchio disteso. Caterina parla in un modo spontaneo, facendo un pò la voce grossa, da maschiaccio. Eppure ha un viso dolce e i lineamenti raffinati. Il corpo non lo vedo, perchè ha addosso la divisa ufficiale da postino (io grazie a dio ho solo un sopraggiacca, che è orribile, ma cmq copre solo il 15% del mio corpo, il resto lo ho scelto io)

Caterina ha qualcosa di terribilmente ruvido che il primo giorno mi mette un pò a disagio, ma allo stesso tempo leggo nei suoi occhi e nelle sue parole un animo bello, onesto, puro. Ah aggiungo che ha 28 anni, è romana de roma, porta i capelli corti e non si trucca ( ma a quell'ora nemmeno io, ma chi ce la fa a truccarsi alle 5:45 del mattino? la pelle ti sputa se provi a coprirla con qualcosa, sta ancora in piena rigenerazione notturna).

Il lavoro di quando esco col motorino non ve lo spiego, ancora, perchè lo devo ancora capire bene io. L'ultima cosa che vi dico però è che alla fine del primo giorno mi è stato dato un cartellino da timbrare, entrata e uscita.

Stamattina, terzo giorno, mi sono svegliata con questo incubo, cioè dover timbrare il cartellino. Io in vita mia l'unica cosa che ho timbrato erano le mie mani col timbrino a forma di puffi con l'inchiostro simpatico, e nn ho mai guardato il minuto esatto in cui entravo in ufficio.Quessta cosa mi angosciava. Cosa sarebe successo se avessi timbrato dopo?

Stamattina, terzo giorno, mi sono svegliata di soprassalto. Non ho pulito la lettiera ne ho comprato il giornale. Però mentre andavo, nel rincretinimento delle 6:30 ho sbagliato strada. Arrivata nei pressi del mio nuovo impiego sono uscita dalla macchina di scatto, e ho iniziato a camminare, veloce, sempre più veloce. Mentre camminavo verso la macchinetta ho iniziato a tirare fuori il cartellino, ed è stato li che mi è venuto in mente fantozzi. Ve lo ricordate il primo tragico fantozzi? Il povero disgraziato ha fatto tardi, la colpa è sua, ma allo stesso tempo non lo è. Entra nell'androne e inizia a correre. MAnca solo un minuto allo scatto. Non si dice cosa succederà se non timbrerà in tempo, ma si capisce che sarà grave- Fantozzi corre mentre i suoi colleghi, di lato come in una corsa ciclistica lo incitano a correre più veloce, che ce la farà, vincerà. Mi pare che alla fine fantozzi ce la faccia ad arrivare in tempo, ma io no. L'ingresso è per le 7.30. Io ho parcheggiato alle 7.28, solo che io non sono fantozzi, anche se certe volte gli somiglio, e non ho corso, ho camminato veloce, ma non ho corso., e quando sono arrivata a timbrare erano le 7.34. Arrivata su, temendo il cazziatone per questi ennesimi 4 minuti di ritardo (sono cmq andata migliorando)trovo il capo sinceramente sorridente come sempre.Non mi dice niente ma questa volta parlo io: capo, ho timbrato alle 7.34, ora che succede?

NIente, dice lui, va bene fino alle 7.35.

Tiro un respiro di sollievo ma poi mi, e gli, chiedo: e se arribo alle 7.36? che succede?

Che devi restare qui mezz'ora di più.

tutto qui? chiedo io

si

e tu non ti arrabbi?



mi guarda come se avessi appena bestemmiato di fronte al papa.

e non risponde nemmeno. Ride, e si allontana,

Ma insomma, dove sono le flagellazioni upubbliche in sala mensa che ho ricevuto per molto meno in passato? Dov'è iltuo muso messoo quello di Caterina, che ho aiutato 5 minuuti di meno?

Il capo si allontana sempre più e Cate viene a darmi un bacietto di saluto. Mida il buon giorno e si rimette a lavorare.

Io sono letteralmente pazza di voi. Non riesco a credere che dovevo fare la postina pe avere un pò di dignità umana. E la domanda sorge spontanea: ma io

ma che cazzo ho studiato a fare????

p.s. le foto le ho fatte e sono bellissime, ma le posto domani che ora sono sfinita e tra tre ore mi devo svegliare :)

martedì 3 febbraio 2009

Poste Italianeeeeeeeee

Benissimo....

Cari miei, è arrivata l’ora di parlare di uno dei miei lavori. Questo lo metterò allo stesso tempo nella categoria “dritte” che in quella “racconti”. Beh, la seconda è evidente, ma la prima è perché consiglio a tutti voi di mandare la stessa candidatura.


Nello specifico parliamo di Poste Italiane. Nello scriverlo mi vengono un po’ di dubbi….non è che mi fanno causa se li nomino?

Va beh, per ora ho 15 contatti, devo essere davvero troppo sfigata perché uno di quei quindici sia un manager di poste italiane. E poi comunque le cose che ho da dire sono solo positive.

Ragazzi, dopo 10 anni di lavoro in un privato arrivare in una struttura che ragiona ancora da pubblico mi è sembrato un sogno ad occhi aperti!!!!

Ma cominciamo dal principio:

un mese fa circa mia suocera mi dice che alle poste assumono addirittura i sociologi!! Vi rendete conto, addirittura!!!! Ovviamente, abbagliata da questo miraggio invio immediatamente il curriculum. Passa poco che mi chiama una signora “buongiorno qui poste italiane”

Ora, visto che io alle poste ho il mio unico conto corrente, ho immaginato subito di essere andata in rosso, e che ci fosse qualcun altro che voleva soldi da me.

La conoscete quella sensazione? Quando tutte le lettere cartacee, o e-mail o telefonate vi chiamano per reclamare dei soldi, e voi vorreste davvero tantissimo poterglieli dare, solo che non li avete e la rapina in banca vi sembra al di fuori della vostra portata. Insomma: bollette, la ex padrona di casa che vi minaccia di una causa legale perché ha trovato un vaso rotto, i vigili che vi hanno fatto l’ennesima multa per un’infrazione che voi non sapevate di aver compiuto in un luogo in cui non vi ricordate nemmeno di essere stati, ecc ecc

Ma questa signora, incredibile ma vero, non voleva da me altri soldi, bensì propormi un lavoro “abbiamo selezionato il suo curriculum per svolgere il lavoro di portalettere”

“ah!” segue un minuto di silenzio in cui mi chiedo cosa avrò sbagliato a scrivere nel curriculum, forse hanno letto “laura è una sociale” invece di laurea in sociologia….oppure è la crisi…bah

“se le interessa, il lavoro è dalle 7.30 alle 13:30, deve avere la patente, essersi diplomata con almeno 42 e saper portare il motorino”

E io “si ok ho tutti questi requisiti”

Segue una serie di istruzioni su dove presentarmi e cosa portare, tra cui il diploma. A questa richiesta faccio presente che il mio diploma ce l’ha l’università, non l’ho mai ritirato, e chiedo se la laurea va bene lo stesso. La signora, un po’ sconcertata, chiede alla collega, e mi risponde poi che si va bene, e con la laurea il requisito del voto di diploma decade.

Alche capisco che il mio cv non lo hanno per niente letto, e hanno semplicemente preso il mio nome tra tanti. Che culo, mi dico, chissà tra quanti!!!

Alla fine di tutte le istruzioni mi faccio coraggio e faccio la domanda più fastidiosa: “scusi se lo chiedo, ma la retribuzione…?”

“Ah, sono 1300 euro, più tredicesima quattordicesima e liquidazione che le verranno pagati al termine dei due mesi di contratto”

Io “netti????”

“si netti”

Cioè, facciamo il riassunto: io devo portare le lettere, quindi stress da prestazione zero, all’una e mezza ho finito, e per questo mi date 1300 euro netti???????? Ovviamente da me non escono queste parole, ma quando la signora mi chiede se mi sta bene io ho già messo la giacca e ho le chiavi in mano, pronta a fare il primo colloquio.

Ora, saltando qualche tappa, arriviamo a oggi. Da quella telefonata è passata meno di una settimana, e io oggi ho lavorato per il mio primo giorno per poste italiane. Il mio lavoro oggi è stato assistere ad un corso sulla sicurezza sul lavoro. E già vi ho detto molto, ma non tutto. Tutto è che mi sono presentata con un’ora di ritardo, e il mio istruttore quando ho riferito che mi si era rotta la macchina si è messo a ridere, mi ha dato una pacca sulla spalla, ed è uscito a fumarsi una sigaretta con me, per tranquillizzarmi, visto che “ero visibilmente agitata per il ritardo”

E tutto è che il corso è stato uno spasso, tutti noi, novelli postini, ci sentivamo non liberi, ma addirittura autorizzati a fare domande, interagire e scherzare con l’istruttore, e tutti ridevano felici. Tutto è che mentre spiegavano io ogni tanto buttavo gli occhi al mio gioco preferito online, travian (www.travian.it) connettendomi dal cellulare, e invece che sgridarmi e cazziarmi il mio istruttore si dava più da fare per attirare la mia attenzione. E ancora, quando sono arrivata mi hanno dato l’attrezzatura, giacca, guanti, casco e scarpe, e le scarpe sono bellissime, sembrano le cult che portavo da adolescente, e quando ho detto che mi piacevano tanto il mio istruttore si è quasi commosso perché finalmente aveva trovato qualcuno che non si lamentava. Insomma, tutto è che finalmente, dopo dieci anni di lavoro, oggi ho trovato un posto in cui non mi sono sentita una schiava che deve solo stare zitta e spremere il proprio midollo fino alla morte dell’anima per far arricchire il padrone, ma per la prima volta mi ho capito cosa significa il termine “risorsa umana”. Una risorsa, quindi un bene, un valore, qualcosa che fa crescere il gruppo, anche se l’ultimissima ruota del carro, comunque UMANA e per questo rispettata.

Ragazzi che dire, viva POSTE ITALIANE!!!!! E’ tutto il giorno che mi canto la loro canzoncina in mente, e ora ho capito perché è l’unica azienda italiana che è passata da pubblica a privata senza fallire!!!!

E quindi, per concludere, aggiungo queste cosucce:

1) Dopo tanti sforzi oggi ho avuto veramente la prova che più si è umili e più la vita ci premia

2) Mandate la vostra candidatura alle poste, il link è questo: http://www.poste.it/azienda/lavora_con_noi.shtml

3) Ho deciso di fare un diario fotografico della mia vita da postina romana (il quartiere è Prati), quindi ogni giorno troverete un reportage delle mattine romane

4 (e ultimo) vi posto le foto delle scarpe, ditemi se non sembrano le cult?? Quasi quasi ritiro fuori le catene e il giaccone grunge



A presto carissimi 15 lettori, e speriamo che non mi debba ricredere su…

….Poste Italianeeeeeeeeeeeee



p.s. Grazie a Vale per la macchinetta fotografica, me la lasci fino al primo stipendio?? POi me ne compro una io :D